Come un pubblicare un libro da soli (e senza fregature)
Praticamente tutti hanno un libro nel cassetto: c'è chi aspira a scrivere un romanzo, chi vuole raggruppare in un libro tutte le proprie competenze professionali per istruire le nuove leve, chi vuole mettere nero su bianco le proprie poesie. Le idee di partenza, insomma, non mancano di certo. A tarpare le ali ai novelli scrittori, molto spesso, sono invece le case editrici tradizionali, che con i loro alti costi e i loro bassissimi margini di guadagno tendono a scoraggiare anche i più entusiasti. Negli ultimi anni, però, insieme all'evolversi del mondo digitale, è andato via via sviluppandosi anche il nuovo mondo dell'autopubblicazione – chiamata anche self publishing – la quale permette di pubblicare un libro da soli, e quindi senza fregature. Ma come funziona questo nuovo percorso editoriale?
Stampare un libro con le classiche case editrici
Prima di capire quali sono i vantaggi dell'autopubblicazione è necessario andare a vedere più da vicino come funziona il mondo dell'editoria tradizionale: in caso contrario, infatti, non se ne potrebbero comprendere i peculiari vantaggi. Tutti sappiamo infatti come è fatto un libro, ma non sono poi molte le persone esterne al mondo dell'editoria che conoscono il percorso travagliato che questo ha dovuto compiere per arrivare tra le nostre mani.
Bisogna partire da una dura ma essenziale verità: passando per le classiche case editoriali, le possibilità di guadagnare realmente dalla pubblicazione del proprio libro sono minime. Come è possibile? Ebbene, ipotizziamo che il signor Mario Rossi abbia scritto un piacevole romanzo d'avventura, e che si sia dunque rivolto ad una piccola casa editrice per la sua pubblicazione. Quest'ultima si offrirà per la stampa di qualche migliaio di copie, obbligando però automaticamente l'autore – e quindi il signor Rossi – ad acquistare subito qualche centinaio di stampe. In questo modo, infatti, la casa editrice potrà coprire le spese di stampa, eliminando così fin dal principio ogni tipo di rischio finanziario. Non è tutto qui: solo dopo tante – spesso tantissime – copie vendute le classiche case editrici iniziano a corrispondere una minima percentuale del guadagno all'autore, il quale molto difficilmente, in ogni caso, riuscirà a coprire la spesa iniziale.
Questo meccanismo, del resto, non deve stupire più di tanto: il mondo dell'editoria è in crisi da anni, e le piccole case editrici hanno adottato questo comportamento per proteggersi da qualsiasi rischio. Seguendo questa regola il loro guadagno, seppur minimo, è infatti sempre certo, e non è tutto qui: attraendo tanti autori che stampano quantità ridotte, questi editori riescono a portare costantemente davanti ai librai una gamma di nuovi libri da esporre. L'unico che ci perde davvero, insomma, è il signor Rossi.
L'universo dell'autopubblicazione: i portali di self publishing e le tipografie online
Come si diceva, però, oggi le case editrici non sono l'unica alternativa esistente. É infatti concretamente possibile stampare un libro da soli, approfittando dei canali messi a disposizione dalla rete e quindi dall'autopubblicazione. Le possibilità, in questo senso, sono varie e diversificate. Ci sono infatti diversi gradi di self publishing. Prima di tutto, va sottolineata l'esistenza dei portali di self publishing online, i quali di fatto sono la versione digitale e più smart delle classiche case editrici; dall'altro lato, invece, ci sono invece le tipografie, che si occupano per l'appunto della stampa online professionale di libri, stampa cataloghi, brochure e via dicendo. Qual è la differenza sostanziale tra questi due canali?
Semplice: con i portali di self publishing si resta in ogni caso all'interno dell'universo editoriale. Tra i siti più popolari, per esempio, c'è ilmiolibro.it, il quale non a caso è del Gruppo L'Espresso, il quale ha trasferito online parecchie storture dell'editoria tradizionale. Altri portali, invece, offrono dei servizi più trasparenti che però, parimenti, non riescono a garantire un vero e proprio guadagno agli autori. In media, infatti, gli autori possono ambire a intascare il 15 o 20% del prezzo di vendita del libro, con la garanzia di ricevere i propri soldi, però, solo oltre una certa quota di libri venduti (anche in questo caso, infatti, l'autore viene ripagato solo nel momento in cui i costi principali sono rientrati).
Tutt'altro discorso, invece, per quanto riguarda le tipografie online, le quali si offrono non come case editrici, bensì come delle stamperie. Quali sono le differenze? Semplice: i libri stampati, in questo caso, diventano a tutti gli effetti proprietà dell'autore, il quale paga alla tipografia solo e unicamente i reali costi di stampa. I tipografi, da parte loro, si offrono di stampare e rilegare un libro in maniera professionale, guidando i propri clienti nella scelta dei formati, delle copertine e delle rilegature più adatte, lasciando invece all'autore la gestione della distribuzione. In questo modo tutti i costi aggiuntivi – e quindi le possibili fregature – vengono eliminati, e diventa realmente possibile pubblicare un libro da soli.